L’ASP “Emma e Decio Ripandelli”, di Candela è una Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza, la cui gestione dal 1994 con D.R.A.S.S. n.133 è affidata alla Giunta Comunale del Comune di Candela. Tae la sua origine dal testamento olografo del Col. Cav. Decio Ripandelli in data 21.09.1929, è riconosciuta Ente Morale con r.d. N.602. 09.03.1936, acquisendo natura giuridica di IPAB “Emma e Decio Ripandelli”. Attualmente è in corso il procedimento di trasformazione in ASP (Azienda Servizi alla Persona).

FAMIGLIA RIPANDELLI

Antica e nobile famiglia venuta dalla Provenza in Italia nel 1265 con i fratelli Decio ed Ettore, al seguito di Carlo I d’Angiò, e stabilitasi in Capitanata, dove esercitò alte cariche, ebbe vasti possessi e godè ampi privilegi. Appartenne poi al primo dei tre ceti di Candela, dove ininterrottamente fu chiamata a ricoprire le più importanti magistrature.

Ascanio Ripandelli: nato a Candela nel 1803, sposò Carolina Iambrenghi nel 1824 da cui ebbe numerosa prole. Insigne giureconsulto è autore del manoscritto “Memorie di famiglia”  (1873) riportato da Corradi Argegni nel libro “Condottieri, Capitani, Tribuni “ (1937), nel quale si racconta che la famiglia Ripandelli,  di origine francese nel 1365 venne in Italia a seguito di Carlo I d’Angio, stabilendosi in Capitanata. Ascanio morì a Napoli negli anni ‘70 dell’Ottocento.

Ettore Ripandelli:  nato a Candela nel 1828, ancora in tenera età entrò in collegio ad Avellino dove compì i corsi di lettere e filosofia. Nel 1845 si trasferì a Napoli per studiare diritto e scienze affini. Prese parte ai moti del 1848 e nel 1850 ritornò a Candela per sfuggire alla repressione borbonica. Nel 1865 fu eletto deputato al Parlamento del Regno d’Italia e nel 1877 fu insignito della commenda. Era stato designato Senatore del Regno, quando a 55 anni (10 Marzo 1877) morì a Firenze, dove si era stabilito con la famiglia.

Decio Ripandelli: nato a Candela 8 Agosto 1863, a 25 anni sposa Emma Ripandelli. Nel 1909 Decio, uomo di legge, pubblica il testo “Ideali politici e necessità pugliesi”, in cui, ispirandosi ai principi del Positivismo e del Naturalismo, si fa interprete delle esigenze dei lavoratori di Capitanata. Tra il 1915-1918, partecipa con il grado di Colonnello al I conflitto mondiale. Il 2 Settembre 1921, a 55 anni e senza lasciare eredi, Emma muore a Candela e nel 1922 Decio si trasferisce a Napoli, dove sposa in seconde nozze Carmelina Ferrara. Il 21 settembre 1929, con testamento redatto dal notaio Figurelli, il colonnello lascia al Comune di Candela tutte le sue proprietà. 

Mission

L’I.p.a.b. “Emma e Decio Ripandelli” è espressione di un impegno sociale e civile volto a favorire il benessere e l’inclusione sociale dei minori, dei giovani, delle donne e delle famiglie che versano in condizioni di disagio e sono a rischio di emarginazione.

 

Per benessere si intende “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società” come definito dall’OMS.
Il concetto di inclusione sociale è multidimensionale e considera i vari aspetti del benessere personale e collettivo. Concerne la possibilità, per tutti gli individui e i gruppi, di raggiungere degli standard essenziali della vita, l’integrazione all’interno delle relazioni sociali, la diminuzione delle disparità e sottende un processo di partecipazione equo.  Il termine disagio è qui da intendersi come disagio sociale: “una situazione, prolungata nel tempo, in cui il soggetto, per specifiche condizioni, non è in grado di utilizzare pienamente le proprie risorse e le opportunità offerte dalla società, e alternativamente o contemporaneamente si isola o suscita rigetto da parte della società stessa. Si manifesta cioè come un problema sociale per la soluzione del quale è opportuno, e talvolta indispensabile, un intervento”